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La scoperta degli estesissimi vani interni avvenne nel 1967, quando, durante un periodo piovoso, fu avvertita una fortissima corrente d'aria che scaturiva dalla stretta apertura. Un tempo, in questa cavità, erano installate le apparecchiature per lo studio delle variazioni altimetriche delle acque di fondo, in relazione ai regimi di piena del Fiume Timavo. Interessanti risultano alcuni ambienti riccamente concrezionati e la presenza di un laghetto, che nel periodo di piena raggiunge una superficie di 10 x 5 m, nel quale vive da quasi vent’anni un esemplare di Proteus Anguinus. Il salone principale, alto fra i 30 ed i 40 m e con gli assi maggiori rispettivamente di 60 m e 35 m merita un’accurata visita. Numerose le concrezioni e le vasche di raccolta, alternate da blocchi di frana ormai calcificati fra loro e depositi di argilla.